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giovedì 17 dicembre 2020

 

  XXIII STEP: LA NORMATIVA

Archipendolo: Regole


Come si è più volte sottolineato nei precedenti post, la costruzione dell'archipendolo non è affatto un procedimento articolato e complesso, per cui ognuno può fabbricarsi il proprio strumento personale.
Tuttavia, proprio in virtù di ciò, non esiste una normativa rigorosa al riguardo. 

Quel che è certo, è che nei manoscritti e nei trattati dell'Età Antica e del Medioevo (si pensi, ad esempio, al già citato "De Ingeneis" del Taccola) già venivano proposte tecniche id fabbricazione e misure dei vari componenti dello strumento. 
In particolare, si è scoperto che molti archipendoli utilizzati principalmente per verificare l'orizzontalità di un piano (di grandezza, quindi, ridotta, rispetto a quelli sfruttati per segnare i confini di una proprietà) erano prodotti con proporzioni standardizzate. Infatti, la misura della base dell'archipendolo soleva essere di circa 50 cm, mentre i lati obliqui ne misuravano 35: il rapporto tra lunghezza del lato obliquo e base è di 0.7, ovvero 7:10. 
Un altro riferimento, anche se non si tratta di una vera e propria normativa rigorosa, è dato dal II volume della serie di libri scritti dall'ing. Pigozzi agli inizi del Novecento per gli studenti dell'Istituto Tecnico di Udine. (Si faccia riferimento al post sui libri).

Come già evidenziato nel post relativo ai brevetti (parte I), è molto più comune trovare schemi e documenti ufficiali relativi al peso di un filo a piombo, piuttosto che all'archipendolo.
In questa immagine è possibile osservare una tavola rappresentante le viste quotate di uno di questi pesetti (per altre tavole si faccia riferimento al post sui brevetti, parte II).





domenica 13 dicembre 2020


  XXII STEP: UN MANUALE D'USO

Archipendolo: Istruzioni




Come per tutti gli strumenti, anche per l'archipendolo è possibile raccogliere le principali modalità d'impiego in un manuale che illustri le varie fasi del suo utilizzo.

In generale, i due utilizzi principali dell'archipendolo sono i seguenti:

1) Verifica dell'orizzontalità di un piano;
2) Segnatura delle linee di confine di una proprietà.

L'interesse dei due usi selezionati è dato dal parallelismo storico: il primo è quello classico, motivo per cui nasce come strumento; il secondo, invece, è riferito all'ambito di maggior impiego dell'archipendolo in età moderna. Per la facilità di costruzione e di utilizzo, infatti, molti contadini si affidano a questo strumento per segnare i confini dei propri campi.

1. Verifica dell'orizzontalità di un piano

Come accennato già in altri post, l'unica difficoltà di utilizzo dell'archipendolo risiede nella taratura: è importante, infatti, segnare bene sulla traversa le tacche rappresentanti l'angolo di scostamento del filo a piombo dalla posizione di equilibrio (che si stabilisce a partire dal posizionamento dell'archipendolo su un piano di cui si conosce con certezza l'orizzontalità). Per semplici nozioni di geometria elementare, infatti, tale angolo è esattamente pari all'angolo di inclinazione del piano considerato, quando su di esso viene posto lo strumento. 
In sostanza, tutto ciò che si deve fare per posizionare orizzontalmente un piano, è inclinarlo finché il filo a piombo dell'archipendolo posto su di esso non si allineai esattamente alla tacca centrale della traversa. 



2. Segnatura delle linee di confine


Per segnare i confini di una proprietà, basta costruire un archipendolo molto grande, con supporti piuttosto lunghi (anche 1.5 metri) e procurarsi un filo a piombo proporzionale alle dimensioni dell'archipendolo.
Quando si deve tracciare una linea sul terreno per piantare un paletto di confine, si posiziona una "gamba" dell'archipendolo in prossimità del paletto, e si fa con essa da perno, muovendo l'altra, finché non si raggiunge la posizione di equilibrio del filo a piombo rispetto allo strumento. 
Non appena questa viene raggiunta e il filo smette di oscillare, si segna la posizione del secondo "piede" dell'archipendolo, in modo da piantare il palo in un secondo momento; contestualmente, si fa da perno con la "gamba" che prima era stata spostata, e si ripete l'operazione appena descritta con il sostegno che prima era fermo.
Quest'operazione si ripete per tutta la lunghezza del confine da tracciare.




NOTA:
Cercando su internet come si sfrutta il principio di funzionamento dell'archipendolo, tra i vari video sul filo a piombo, il primo inerente l'archipendolo che compare nella pagina di YouTube è il seguente (è linkato il momento in cui si mostra come tracciare una linea di confine): https://youtu.be/gjE-6B13hkQ?t=122.

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