venerdì 30 ottobre 2020

  XI STEP: I COSTRUTTORI

Archipendolo: Fabbricazione


L'archipendolo, nella sua semplicità, è uno strumento che chiunque può costruire. Non essendo, inoltre, un oggetto che viene utilizzato al giorno d'oggi (dato che esistono calcolatori elettronici e livelle molto più precisi), non esistono "case produttrici" in senso stretto, relative all'archipendolo.

L'unica difficoltà, che è però solo relativa, nella costruzione dell'oggetto è recuperare un filo a piombo. Dico relativa in quanto ormai, grazie alle potenzialità degli online stores, è molto più facile trovare anche questo componente. 

Oltre alla fabbricazione lo strumento, in quanto tale, va tarato: questa è l'unica operazione davvero complessa, in quanto sono necessari una grande precisione, tanta pazienza, e la possibilità di piazzare l'archipendolo su una superficie che sia perfettamente orizzontale. 

Lascio qui un link ad un video youtube che mostra come costruire e tarare un archipendolo di grandi dimensioni (utile, ad esempio, a tracciare linee di confine tra proprietà): https://youtu.be/yuWdIzG9cf4. Ovviamente è possibile realizzarne anche di dimensioni molto più contenute.


X STEP: I LIBRI

Archipendolo: La letteratura


In questa sezione sono raccolti libri e articoli che citano l'archipendolo.

1) Stefania CavazzonL'archipendolo: Inserti a tema e ideazione fotografica di Nando Pace, Pubblisfera, 2015
2) Mariano di Iacopo (detto Taccola)De Ingeneis, Libri III e IV, Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze, 1432 ca.
3) G. Pigozzi, Corso di Topografia, Volume II, Raffaello Giusti Editore, Livorno, 1911
4) Moustafa GadallaL'architettura metafisica dell'antico Egitto, Moustafa Gadalla , 1/1/2019
5) Tiziana CampisiCostruire lo spazio. Il cantiere gotico, dal disegno all'esecuzione, Edizioni Caracol, Palermo, 2016
6) Marco di Donato, Palazzo Marchesale: Il "Libro in pietra dei Caracciolo", nel blog "Il punto sul mistero", 15/10/2015
7) Andrea Cantile, Dall'immagine al modello: note sulla cartografia geometrica in Italia dal Rinascimento alla Rivoluzione Geodetica, Parte II- da Raffaello Sanzio a Giambattista Nolli, per il bimestrale "Geocentro magazine, Bimestrale dei geometri e geometri laureati", n°7, Anno II, Gennaio-Febbraio 2010





Copertina del libro del corso di Topografia dell'ingegner Pigozzi.


Estratto del trattato "De Ingeneis" del Taccola, in cui si fa riferimento alla misurazione dell'altezza di una torre. Per lo scopo, viene utilizzato un archipendolo con traversa curva.

IX STEP: GLI INVENTORI

Archipendolo: Chi lo ha creato


Gli inventori dell'archipendolo sono, secondo la maggior parte delle fonti consultate già in altri post, gli antichi Egizi. Tuttavia, non si può escludere che venisse usato già in precedenza da popolazioni nordeuropee e sudamericane. Quel che è certo è che furono proprio gli abitanti del bacino del Nilo a documentare per primi l'impiego dell'archipendolo. L'uso che ne fecero è, ovviamente, legato alla ripartizione dei terreni e delle proprietà, la costruzione di piramidi, palazzi e, in generale, edifici. 

È molto interessante analizzare l'evoluzione storica dello strumento dal punto di vista militare: i "genieri" delle varie epoche, infatti, cercavano di applicare l'uso dell'archipendolo all'artiglieria (come il già citato archipenzolo dei bombardieri, costruito ad oc per poter essere montato sui cannoni). In particolare, uno degli esemplari di archipendolo militare fu progettato nientepopodimeno che da Napoleone in persona. Nel 1793 infatti, quando ancora era un "semplice" ufficiale di artiglieria. Lo strumento, il cui uso era legato alla misura dell'angolo di inclinazione per i cannoni, è conservato a Torino, nell'Armeria Reale. L'esemplare conservato risale alla guerra tra Francia e Sardegna, ed in particolare ad uno degli attacchi diretti nell'isola dalla Corsica. Tale guerra scoppiò per volere francese, ed aveva come finalità la conquista dell'attuale regione italiana.


Archipendolo ideato da Napoleone.


Riferimenti: http://web.tiscali.it/corisma/articolo7.htm

 

VIII STEP: I MATERIALI

Archipendolo: Come è fatto


L'archipendolo, essendo uno strumento antichissimo, è formato da materiali che sono sempre stati facilmente reperibili e poco, in un certo senso, all'avanguardia.

La struttura della "versione originale" dell'oggetto, di matrice egizia, era costituita interamente in legno. Questo, ovviamente, è il materiale in assoluto più utilizzato nella storia dell'uomo: non esiste epoca storica, infatti, in cui non sia stato protagonista di uno o più oggetti caratteristici e non solo. Facilmente reperibile praticamente ovunque, è di certo la materia prima più comune con cui sono stati costruiti archipendoli nella storia; nonostante l'Egitto non sia una regione famosa per i suoi boschi, è pur vero che la quantità di legname da utilizzare per realizzare l'oggetto è veramente irrisoria.

Il filo a piombo non ha bisogno di grandi spiegazioni: il pesetto è, come dice il nome, di piombo; il filo, dal canto suo, può essere sia di canapa che di nylon. Tuttavia, dato che il nylon è un materiale decisamente recente (1938) il filo è sempre stato costituito da canapa.

Alcuni archipendoli, in età rinascimentale, sono stati costruiti anche utilizzando ottone e leghe metalliche simili. Tuttavia, questo tipo di oggetti venivano usati principalmente in ambito militare (es. archipenzolo da bombardieri https://catalogo.museogalileo.it/oggetto/ArchipenzoloBombardieri.html), e non in quello civile.
Il vantaggio di questi, ovviamente, è la miglior resistenza all'usura e la maggior precisione con cui si riesce a tarare lo strumento (come è noto, il legno è sensibile all'umidità, e non essendo note, agli Egizi, tecniche impermeabilizzanti per questo materiale, è evidente la validità dell'affermazione).

Archipenzolo da bombardieri



  VII STEP: IL MITO

Archipendolo: Tra realtà e mitologia



"La tendenza al mito è innata nella razza umana. È la protesta romantica contro la banalità della vita quotidiana." (William Somerset Maugham)

Non è facile trovare miti relativi all'archipendolo, ma si trovano riferimenti al filo a piombo nella Bibbia, dunque ho scelto di concentrarmi su questi.

Si parla per la prima volta di tale strumento nel libro del profeta Amos. Egli scrive con un tono particolarmente duro, invitando le genti alla preghiera ed alla penitenza, in quanto profetizza la venuta del Signore e quello che, successivamente, sarà conosciuto come Giudizio Universale. Nel settimo capitolo dell'omonimo libro, Amos parla delle piaghe con cui il Signore vuole punire Israele, a causa dei peccati del popolo. Tuttavia, Amos intercede presso di Lui, e fa sì che il suo popolo sia salvato da locuste e fuoco. Allora Dio parla al suo profeta, e gli spiega il perché della sua rabbia: Egli non può più perdonare gli israeliti in quanto, dopo averli "misurati" con un filo a piombo, fa notare ad Amos come stiano deviando dalla strada che aveva preparato per essi.

Il significato del passo è chiaro: la Bibbia vuole lanciare il messaggio che, come non si può costruire una casa senza controllare che i muri portanti siano dritti, così l'uomo non può costruire la propria vita senza preoccuparsi della direzione che sta seguendo. Secondo il cristianesimo, il "filo a piombo della vita" deve essere l'insegnamento di Gesù, unito alla parola di Dio. 



Un altro profeta che nomina il filo a piombo nella Bibbia è Zaccaria. Egli cita il filo a piombo con le stesse finalità di Amos, ma con uno slancio decisamente più positivo e speranzoso. Il denominatore comune dei due passi è, quindi, pressoché lo stesso. 





Bibliografia: Sacra Bibbia
https://combonianum.org/2019/10/03/lectio-sul-profeta-zaccaria-cap-4-8/
https://youtu.be/an6EUb5p0DA 
https://chiesaadiconegliano.blogspot.com/2012/03/un-filo-piombo-amos-71-9.html

VI STEP: IL SIMBOLO (Parte III)

Archipendolo: Significato e tradizione

 

Tornando tra gli ambienti massonici, già citati nel primo di questa serie di tre post, l'archipendolo è sempre stato considerato simbolo della rivoluzione, in quanto rievocava ideali di giustizia sociale ed uguaglianza. Per tali motivi, molte volte è stato utilizzato in iconografie legate ad ambienti giacobini.

BCABo, GDS, Raccolta stampe per soggetto, cartella O, n. 195

Infine, contestualmente alla seconda discesa di Napoleone in Italia, in piena primavera dell'anno 1800; infatti, ad agosto, la Legione Italica (divenuta all'epoca Divisione Italica) utilizza una bandiera tricolore con al centro un archipendolo. 

https://www.corriere.it/gallery/cultura/01-2011/tricolore/1/i-tricolori-italia-d-eta-giacobina-napoleonica_c1f0bc36-181a-11e0-9e84-00144f02aabc.shtml



VI STEP: IL SIMBOLO (Parte II)

Archipendolo: Significato e tradizione


Troviamo traccia dell'archipendolo già nel Filebo di Platone, in cui egli afferma: "Ciò che qui intendo per bellezza di forme non è già quello il profano generalmente intende sotto questo nome, ma bensì ciò che risiede nel saggio e giudizioso impiego del compasso, del filo e della squadra.". Appare chiaro il riferimento all'archipendolo che, come detto, era usato anche come squadra. 

Già dal tempo dei Romani, inoltre, l'archipendolo è stato associato agli ambienti "massonici" o esoterici dell'epoca. Una testimonianza deriva infatti da un mosaico rinvenuto a Pompei, che raffigura, tra gli altri simboli, proprio un archipendolo. Esso si trova nella parte superiore del mosaico, e rappresenta il cosiddetto "Pleroma", ovvero, nello gnosticismo, la sfera mediatrice tra quella divina, perfetta e reale, e quella delle cose materiali, imperfetta ed irreale.


Saltando al rinascimento, lo scrittore perugino Cesare Ripa utilizza, nel suo trattato Iconologia del 1593, l'archipendolo per simboleggiare l'etica. Per lui, questa virtù è una donna che tiene in mano proprio un archipendolo, che simboleggia il percorso da seguire per condurre la propria vita in maniera retta. Di seguito l'estratto del trattato: 
"L'archipendolo ne dà per similitudine ad intendere che, sì come allora una cosa essere bene in piano si dimostra, quando il filo pendente tra le due gambe di detto istrumento non trasgredisce verso veruno de gl'estremi, ma s'aggiusta con la linea segnata nella parte superiore, ond'egli descende, così questa Dottrina dell'Etica insegna l'huomo che alla rettitudine et uguaglianza della ragione il sensuale appetito si conforma, quando non pende a gl'estremi, ma nel mezo si ritiene." (Cesare Ripa, Iconografia, 1593).


Bibliografia: https://www.esonet.it/News-file-article-sid-868.html , http://bivio.filosofia.sns.it/bvWorkPage.php?pbSuffix=157%2C570849&queryStructPath=../SectionFigureList_allegPhilosoph.trsst&queryName=bvCreateSectionFigureFreqList&posSL=27&resetPageNav=1

VI STEP: IL SIMBOLO (Parte I)

Archipendolo: Significato e tradizione



"Il simbolo non è né allegoria né segno ma l’immagine di un contenuto che per la massima parte trascende la coscienza." (Carl Gustav Jung)


È ben noto che, nella storia, molti sono stati i simboli che i vari partiti politici, movimenti, associazioni, ma anche casate nobiliari, imperatori e papi hanno scelto per essere rappresentati, e l'archipendolo fa parte di questa immensa lista.

Analizzando lo strumento in sé, è possibile associare ad esso due significati paralleli: in primis, dato che il triangolo formato dal supporto punta in alto, si può esprimere l'idea dell'elevazione spirituale, che porta a migliorarsi e a raggiungere la vetta nel proprio ambito (politico, religioso, militare ecc.); in secondo luogo, invece, dato che il filo a piombo punta verso il basso, lo strumento evoca il concetto di introspezione, la ricerca dentro di sé dell'orizzontalità, che rappresenta le fondamenta che ognuno sceglie per portare avanti la propria vita spirituale. 

Tuttavia, al di là delle interpretazioni più o meno moderne, è possibile stendere una breve cronistoria del simbolismo legato all'archipendolo. 

V STEP: IL PRINCIPIO FISICO

Archipendolo: Come e perché funziona



Il principio fisico che sta alla base del funzionamento dell'archipendolo è legato alla forza di gravità. Infatti, sulla superficie terrestre agisce un campo gravitazionale, le cui linee di forza sono perpendicolari alle superfici equipotenziali del campo (ciò vale per tutti i campi vettoriali centrali la cui espressione è asintotica a 1/r^2, con r distanza tra il centro e il punto considerato). Si può affermare, dunque, che la forza di gravità agisce perpendicolarmente alla superficie equipotenziale del campo gravitazionale terrestre nel punto considerato; ciò, tuttavia, si può approssimare senza commettere errori troppo grossolani, affermando che la Terra sia assimilabile ad una sfera perfetta, e che quindi la sua superficie sia esattamente equipotenziale. Ciò equivale all'affermazione: "un filo a piombo si dispone, rispetto alla superficie terrestre, lungo la verticale al suolo in quel punto, ovvero in direzione radiale". 

Il principio di funzionamento dell'archipendolo è tutto qui: lo strumento viene fissato a terra grazie ai supporti di legno di cui è dotato, il filo a piombo si dispone lungo la verticale in quel punto ed il suo scostamento rispetto alla tacca di riferimento aiuta a capire di quanto il piano considerato si discosti dall'essere orizzontale.

La tacca di riferimento, ovviamente, viene misurata a priori; l'operazione che viene compiuta è detta taratura dello strumento, e consiste semplicemente nell'utilizzare l'archipendolo su un piano di cui è nota con ottima approssimazione l'orizzontalità, aspettare che il filo a piombo smetta di oscillare attorno alla posizione di equilibrio e segnare la tacca sulla traversa dello strumento.

martedì 27 ottobre 2020

IV STEP: SCIENCE

The science behind the archipendulum


Although the archipendulum is a fundamental tool in the construction field, it has been replaced by the more practical Arabic level. Nevertheless, it is possible to find another field which makes use of the archipendulum, that is to say the topography.

The word comes from the Greek and literally it means "description of the place through drawing"; it representes all the tools and procedures which allow to study a limited portion of land without considering the complication represented by the curvature of the earth. 

The most practical objective of this science is to provide the so-called "topographic survey" of the interested area: it is easy to understand how it has been the archipendulum itself to affect the birth of this subject. In fact, also the ancients Egyptians, who can be considered the true developers of these studies, used the archipendulum in order to draw the borders between properties, to mesure the extension of  fields and for the construction of pyramides and temples. 

Historically, the topography representes the basis of all these techniques which nowaydays belongs to the terrestrial and  naval cartography ; for this reason, even if the word comes from the Greek, it has been invented recently: in fact, it has been coined in the XVIII century.


Fonte delle informazioni e dell'immagine: Renato Cannarozzo Lanfranco Cucchiarini William Meschieri: "Misure, rilievo, progetto". https://online.scuola.zanichelli.it/cannarozzomisure-files/Volume_1/Approfondimenti/Zanichelli_Cannarozzo_Vol1_UnitaB1_07.pdf

Traduzione personale

IV STEP: LA SCIENZA

Archipendolo: La scienza dietro l'oggetto


Sebbene l'archipendolo sia uno strumento fondamentale nel campo dell'edilizia, esso è stato presto sostituito dalla più pratica livella araba. Nonostante ciò, è possibile trovare un'altra disciplina che si avvalga dell'uso dell'oggetto: la topografia.

Letteralmente la parola, derivante dal greco, significa "descrizione del luogo mediante disegno", ed indica l'insieme di strumenti e procedure che permettono di studiare una porzione limitata di terreno trascurando la complicazione rappresentata dalla curvatura terrestre.

L'obiettivo più pratico di questa scienza è quello di fornire il cosiddetto "rilievo topografico" della zona considerata: si capisce facilmente, quindi, come sia stato proprio l'archipendolo ad influenzare la nascita di questa disciplina. Infatti, già gli antichi egizi (veri promotori di tali studi) utilizzavano l'oggetto sopracitato per ridisegnare i confini tra proprietà, per misurare l'estensione dei campi e per la costruzione di piramidi e templi. 

Storicamente, la topografia rappresenta la base di tutte quelle tecniche che sono considerate ora appartenenti alla cartografia (terrestre e navale), ed anche per questo il termine, pur derivando dal greco, è di recente fattura: fu coniato, infatti, nel corso del XVIII secolo.


Fonte delle informazioni e dell'immagine: Renato Cannarozzo Lanfranco Cucchiarini William Meschieri: "Misure, rilievo, progetto". https://online.scuola.zanichelli.it/cannarozzomisure-files/Volume_1/Approfondimenti/Zanichelli_Cannarozzo_Vol1_UnitaB1_07.pdf

domenica 25 ottobre 2020

III STEP: UN GLOSSARIO

Archipendolo: I termini che lo riguardano


"Le parole sono finestre (oppure muri)." (Marshall Bertram Rosenberg)

  1. Misura : Operazione che si compie con lo strumento in esame.
  2. Architettura: Disciplina in cui l'archipendolo veniva più utilizzato.
  3. Fisica: Dietro il funzionamento di qualsiasi strumento si celano sempre leggi e principi della fisica.
  4. Edilizia: L'archipendolo è stato impiegato prevalentemente nel campo dell'edilizia.
  5. Angolo: Il compito dello strumento è verificare che il filo a piombo formi, con la scala graduata, un angolo nullo. Se ciò non accade, permette di misurare l'inclinazione del piano preso in esame.
  6. Legno: Materiale di cui era costituito lo strumento.
  7. Filo a piombo: Strumento che serve a misurare la verticalità di un asse, una colonna e simili.
  8. Squadra: Il supporto dell'archipendolo spesso è stato utilizzato come squadra, per tracciare linee sulle costruzioni e misurare brevi distanze.
  9. Topografia: Disciplina che pone le sue fondamenta su strumenti come l'archipendolo, la groma e, in generale, il filo a piombo.

giovedì 15 ottobre 2020

II STEP: LA FOTO

Archipendolo: l'aspetto fisico


Guardare un'immagine permette di "toccare" la materia di cui si sta trattando in un modo più profondo, in quanto si riesce a collegare il ricordo di una nozione a quello di un oggetto fisico o una particolare immagine. Da un punto di vista più prettamente psicologico, inoltre, le figure ci aiutano a trattare la materia in maniera più leggera, in alcuni casi addirittura quasi come fosse un gioco. Questo perché ci ricordano i libri scolastici che usavamo da bambini, che già alla fine delle medie associavamo ad un'idea di facilità e chiarezza espositiva, e corrispondono a concetti che ora sono diventati quasi scontati, e che, quindi, abbiamo "digerito".

Parlare dell'archipendolo con milioni di parole, senza però farvi cogliere l'essenza materiale, concreta, della "cosa", è alquanto sterile. Ecco, dunque, un'immagine dell'oggetto.


Fonte dell'immagine: https://it.wiktionary.org/wiki/File:Archipenzolo_inv_654_IF_20659.jpg

Riferimento bibliografico: Wikipedia, https://it.wiktionary.org/wiki/archipenzolo

martedì 13 ottobre 2020

I STEP: IL NOME

Archipendolo: Definizione e nome

https://catalogo.museogalileo.it/galleria/Archipenzolo.html

L'archipendolo: uno strumento che forse in pochi hanno sentito nominare, ma di certo uno dei più importanti nella storia dell'architettura.

L'archipendolo (anche detto archipenzolo) è un "Semplice strumento topografico per individuare una direzione orizzontale su una superficie piana oppure per misurare l'inclinazione di una superficie" (Enciclopedia Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/archipendolo_%28Dizionario-delle-Scienze-Fisiche%29/ ).

Il dizionario di Google dà un'idea un pelo più precisa e "fisica" di cosa sia: "Strumento per individuare l'orizzontalità di un piano, costituito essenzialmente da un triangolo isoscele al cui vertice è fissato un filo a piombo, il quale passa per il punto di mezzo di un traguardo parallelo alla base."

Per identificare l'oggetto nella sua totalità, gli albionici usano il termine latino "archipendulum", quindi è facile accorgersi di quanto questo strumento sia stato usato già nel passato. Tuttavia, è conosciuto anche come "plumb bob": il nome deriva dal latino "plumbum", ovvero "piombo", e ciò è dovuto al fatto che inizialmente era costituito di questo materiale. "Bob", invece, in inglese indica il peso che viene agganciato all'estremità di un filo, rendendolo un pendolo. 

Ma, partendo dalle origini, possiamo risalire addirittura al tempo degli antichi egizi: sembrerebbe, infatti, che essi abbiano inventato l'archipendolo (o, comunque, una sua forma più rozza) già 4000 anni fa. 

Per completezza, citiamo brevemente anche la traduzione dello strumento in altre lingue geograficamente vicine al nostro Paese.

Tedesco:

In tedesco esiste il termine "Pendel", che fa riferimento ad un pendolo generico. Ci sono, tuttavia, altre parole che meglio descrivono l'archipendolo. Queste sono "Schnurlot" e "Neigungsmesser". Entrambe, come spesso accade nella lingua teutonica, sono parole composte: la prima è formata da "Schnur", che indica la cordicella del pendolo e "Lot" rappresenta il peso (è l'esatto equivalente dell'inglese "bob"); la seconda è composta da "Neigung" e "Messer", che indicano rispettivamente la misurazione (in senso più astratto) e il misuratore (in senso prettamente fisico). 

Francese:

La lingua transalpina ci offre poco in termini di originalità, essendo chiarissimo il significato della traduzione: "fil à plomb". Sebbene anche per i francesi esista una precisa traduzione di "archipendolo" ("archipendule"), è interessante sapere che essi attribuiscono al "fil à plomb" un significato simbolico: nella massoneria parigina, infatti, per la sua verticalità indica l'elevazione spirituale, il perenne desiderio di migliorarsi. D'altro canto, visto che indica un punto verso il basso, viene considerato simbolo di introspezione. 

Spagnolo:

Anche nella lingua iberica esiste un adattamento del termine italiano: "arquipéndola". 

    XXVIII STEP: LA SINTESI FINALE Archipendolo: Riepilogo finale Siamo giunti alla fine del nostro viaggio alla scoperta dell'archipend...