giovedì 31 dicembre 2020

  

 XXVIII STEP: LA SINTESI FINALE

Archipendolo: Riepilogo finale


Siamo giunti alla fine del nostro viaggio alla scoperta dell'archipendolo: da strumento sconosciuto, è diventato quasi parte della quotidianità, vista l'attenzione con cui lo abbiamo analizzato.
È opportuno, quindi, passare velocemente in rassegna quanto detto a proposito del nostro strumento.


Foto dallo Step 2.

Siamo partiti dall'analisi del nome (Step 1), scoprendo già quanto sia difficile trovare una traduzione perfetta dello stesso in altre lingue. Cercando di fornire un quadro generale di quanto avremmo poi specificato meglio nei successivi post, allo Step 3 abbiamo stilato una raccolta di termini che potessero descrivere efficacemente l'archipendolo, sotto tutti i punti di vista. 
Come si addice ad un qualsiasi strumento di misura, la sua nascita è dovuta ad una particolare esigenza dell'uomo in ambito scientifico: nello Step 4 (Step 4 (en) link alla versione inglese) ci siamo interrogati sul legame che l'archipendolo ha con la scienza, scoprendo la sua importanza in ambito topografico.
Con queste prime informazioni, quindi, siamo riusciti a definire l'archipendolo come quello strumento che ci permette di verificare l'orizzontalità di un piano; contestualmente è utile nei rilievi topografici, in quanto rende possibile stimare l'altezza di un monte, ad esempio, con estrema precisione. Tutto ciò è conseguenza del fatto che l'archipendolo sfrutta un filo a piombo per indicare la verticale alla superficie terrestre nel punto in cui è posto (Step 5). 
Abbiamo cercato di descrivere l'archipendolo anche da un punto di vista chimico, rendendoci però conto che il suo funzionamento è praticamente solo fisico, come descritto nello Step 26.





Come analizzato in diversi post del blog, i primi ad inventare ed utilizzare l'archipendolo furono probabilmente gli Antichi Egizi, presto seguiti da tutte le altre civiltà del tempo. Si può quindi affermare che siano loro i veri inventori ed ideatori dello strumento; tuttavia, come tutti gli oggetti che perdurano nelle epoche, anche il nostro strumento ha subito dei cambiamenti e delle rivisitazioni. Infatti, dalla semplice struttura in legno degli Egizi si è arrivati a fabbricare archipendoli di ottone o metallo vario, come visto nello Step 8. Di pari passo con i materiali, ci sono stati personaggi storici che hanno "aggiornato l'archipendolo all'ultima versione" (si veda, per alcuni cenni, lo Step 9). 
Nello Step 11, infine, abbiamo descritto il semplice processo di fabbricazione. 



Analizzando la storia dell'archipendolo, abbiamo scoperto che lo strumento è stato assunto come simbolo diverse volte nella storia, al punto che abbiamo dovuto dedicare ben tre post all'argomento (Step 6 (parte I), Step 6 (parte II)Step 6 (parte III)). 
Inoltre, come vale per molti degli strumenti inventati in epoche antiche, anche l'archipendolo è inserito in un'ottica religioso-mitologica, entrando a far parte della tradizione di vari popoli. In particolare, il nostro strumento è citato nella Bibbia, come analizzato nel relativo Step 7. E, restando nell'ambito della letteratura, abbiamo trovato diversi saggi, testi scientifici e articoli che parlano del nostro strumento, non solo da un punto di vista tecnico (Step 10), ma anche da quello pubblicitario (Step 13).
Dato che la pubblicità è in qualche modo legata alla cultura di massa, ci siamo chiesti se l'archipendolo fosse rintracciabile anche in film (Step 12), fumetti (Step 21 (parte I), Step 21 (parte II)), francobolli (Step 18), e addirittura in marchi di aziende o compagnie famose (Step 20), scoprendo che effettivamente quello che ritenevamo essere un oggetto totalmente slegato dalla nostra vita quotidiana, ci è molto più vicino del previsto.




Una tale importanza storico-scientifica dell'archipendolo non poteva certo passare inosservata agli occhi degli esperti e della normativa: è per questo motivo che abbiamo cercato di trovare eventuali brevetti (Step 17 (parte I), Step 17 (parte II)), norme esistenti (Step 23) e disegni o schemi (Step 16) che ci aiutassero a collocare il nostro semplice strumento in un contesto un po' più formale. 
Per riassumere tutti i concetti fondamentali di questa sezione abbiamo quindi deciso di concentrare in un unico spazio (Step 22) lo schema di funzionamento dello strumento, definendo un semplice e pratico manuale d'uso. 




Definendo queste quattro macroaree, abbiamo descritto l'archipendolo sotto tutti i punti di vista, analizzando i vari ambiti che può toccare ed evitando di essere troppo schematici nella trattazione. Per aiutare il lettore nella comprensione organica dello studio, tuttavia, abbiamo anche realizzato dei post in cui cercavamo di ricapitolare i tratti fondamentali dello strumento. Ecco il perché, dunque, dei vari glossari, dell'albero tassonomico (Step 14), della relazione sui numeri che possiamo associare allo strumento (Step 15), dell'abbecedario (Step 19).
Infine, abbiamo raccolto dei grafici sull'utilizzo di alcuni termini associati allo strumento nelle varie lingue nel corso degli ultimi secoli (Step 24), e ci siamo resi conto di come sia cambiato non solo l'utilizzo delle parole analizzate, ma anche e soprattutto l'interesse tecnico-scientifico (oltre che simbolico-mistico) nei confronti dell'archipendolo. 



Tra gli ultimi post del blog, escluso il presente, troviamo, in conclusione del nostro viaggio, una mappa concettuale per riassumere definitivamente il contenuto di questo blog (Step 27).

Anche se sembra poco pertinente con il resto, lo Step 25 rappresenta un punto di raccordo tra me, curatore di questo blog, e tutti voi lettori, in quanto vi mostro una parte di me. Dico che lo reputo poco pertinente in quanto non c'entra con l'archipendolo in senso stretto, ma in generale rappresenta l'importanza che un oggetto, o meglio, una cosa, può avere nella vita di un uomo. 
Tutti noi, se scaviamo nella nostra sensibilità, ci rendiamo conto di essere legati ad uno più oggetti, probabilmente diversi da quelli del nostro passato e del nostro futuro, e chissà che, nel corso della Storia, qualcuno, da qualche parte non si sia affezionato ad un archipendolo...








mercoledì 30 dicembre 2020

 

 XXVII STEP: LA MAPPA CONCETTUALE

Archipendolo: Diagramma riassuntivo



Cerco ora di racchiudere il percorso che abbiamo affrontato tramite una rete neurale che riassuma i punti fondamentali toccati nella trattazione. 



martedì 22 dicembre 2020

  

  XXVI STEP: LA CHIMICA E GLI STRUMENTI SCIENTIFICI

Archipendolo: Legami con la scienza





Come è facilmente intuibile, l'archipendolo non è uno strumento che viene utilizzato per i suoi legami con la chimica; l'unico rilevante principio scientifico cui si può ricondurre senza andare fuori tema è legato al campo gravitazionale.
Ora, di certo gli Egizi, quando hanno inventato questo strumento, non avevano in mente il concetto di campo di forza; la scelta dei materiali, quindi, risponde semplicemente ad un'esigenza di tipo pratico. Infatti, non sono le proprietà chimiche del legno che lo rendono ottimo per costruire un archipendolo, ma semplicemente la sua ampia disponibilità. Per quanto riguarda il piombo, invece, il discorso è leggermente diverso.

Infatti, se si cerca tra i tanti metalli utilizzati nell'Età Antica, il piombo non è di certo tra questi. Inizialmente, si usava qualsiasi tipo di corpo, dato che, come ci è noto da concetti di fisica decisamente più "attuali", tutti i corpi sono soggetti all'attrazione dovuta al campo gravitazionale terrestre. 

Dal punto di vista "strutturale" (ma comunque, più fisico che chimico), il peso di piombo viene utilizzato perché, rispetto ad altri metalli, ha un miglior rapporto difficoltà di lavorazione/usura. Inoltre, rispetto, per esempio, ad un sasso, la sua massa è distribuita in maniera più uniforme, e quindi risponde all'attrazione gravitazionale in modo migliore (in sostanza, oscilla meno di altri corpi prima di fermarsi).

La caratteristica chimica che si può prendere in considerazione è semplicemente il numero atomico: il piombo è l'82° elemento della tavola periodica, il che implica che, rispetto ad altri metalli, ha un maggior numero di protoni e neutroni (che rappresentano la gran parte della massa atomica). Questo fa sì che, fisicamente,  l'atomo di piombo pesi di più rispetto a quello di altri metalli, quindi si nota di più l'allineamento con la verticale rispetto alla superficie terrestre.


domenica 20 dicembre 2020

  

  XXV STEP: LE COSE PERSONALI


Ognuno di noi, nella propria storia personale, si lega a diversi oggetti che rappresentano un particolare momento, situazione, emozione o processo della vita.
Se, in particolare, si considera la conoscenza (in senso generale), si è soliti dividerla in tre fasi fondamentali: passato, presente e futuro. Tale suddivisione può sembrare banale, ma non lo è affatto. È vero, infatti, che la conoscenza può assumere tre diverse forme, basate su queste tre fasi.

1) Passato: collegato alla memoria;
2) Presente: collegato al fare;
3) Futuro: collegato ai progetti di vita.

Un oggetto che mi rappresenta nel passato (anche se, in realtà, resta valido anche nel presente e lo sarà nel futuro) è di certo il capolavoro di Tolkien: "Il Signore degli Anelli". Ho letto questo libro per la prima volta a 12 anni, e mi ricordo di quanto fossi impressionato dalla storia. Rileggendolo qualche anno più tardi, ho colto molti significati che, prima, non avevo notato (per forza di cose). Per me rappresenta una scuola di vita, e mi ha aiutato tantissimo a diventare quel che sono ora.



Per quanto riguarda il presente, non posso evitare di considerare il mio pc, a maggior ragione in un periodo del genere, in cui quasi vado anche a dormire con il computer. Non solo è una fonte di conoscenza (anche universitaria) quasi infinita, ma mi permette anche di tenere più vivi quei legami che altrimenti avrei perso. Non solo, quindi riesco a "conoscere" il mondo, ma anche le persone, per quanto le modalità non siano esattamente quelle che vorrei. Da una parte, quindi, un oggetto senza cui sarei perduto; dall'altra, uno che non vedo l'ora di abbandonare, per tornare a vivere una Vita degna di questo nome.


Infine, in merito al futuro, l'oggetto che sicuramente mi rappresenta meglio è la mia bussola. Questa è un simbolo che mi indica la Strada da seguire, che mi ricorda da un lato che devo affidarmi all'aiuto di cose esterne quando perdo la via, e dall'altro che devo seguire le mie scelte fino in fondo, anche quando perdo la speranza.


 

giovedì 17 dicembre 2020

 

  XXIV STEP: LE PAROLE NELLA STORIA

Archipendolo: Storiografia dei termini di riferimento


Un aspetto molto interessante dello studio di un oggetto è valutare l'utilizzo del suo nome nella storia, da quando è stato concepito. 
Tramite l'utilizzo di Google Books Ngram Viewer, si riesce a visualizzare un grafico che mostra quanto spesso appare un certo termine in letteratura.
È interessante confrontare la parola "Archipendolo" con "Livella" nella lingua italiana, e "Filo a piombo" in italiano, inglese, francese e tedesco.






Come si nota confrontando questi due grafici, la parola "Archipendolo" è stata usata molto meno rispetto a "Livella": in particolare, la sua frequenza di utilizzo è del 32% rispetto a quella della livella.
Il primo termine, tuttavia, è stato usato con una certa frequenza circa 25 anni prima del secondo, il quale è molto più presente nella letteratura dell'ultimo secolo.  









Dall'analisi di questi grafici, emerge un dato che probabilmente non ci si sarebbe aspettati: infatti, nonostante sia molto più semplice trovare notizie sul web cercando "plumb line", questo termine è stato usato anche meno della corrispettiva traduzione in italiano e francese. I più utilizzati, infatti, sono questi ultimi. 
Il primo dei due, è stato utilizzato molto nella seconda metà del Seicento, anche se solo per pochi anni, per poi vivere una crescita (con molti alti e bassi) dal Settecento alla fine dell'Ottocento, periodo durante il quale raggiunse il picco di massimo utilizzo. Questo fatto si spiega facilmente con la nascita del Regno d'Italia e la conseguente affermazione, ancor più sostenuta, di società legate alla massoneria (che, come si è visto, sfruttava come simbolo l'archipendolo).
Il termine francese, invece, pur essendo più "vecchio" solo di qualche anno rispetto al corrispettivo italiano, è stato usato con grandissima frequenza in corrispondenza del periodo pre-rivoluzionario e post-napoleonico. 
La traduzione inglese rappresenta un caso isolato: infatti, pur essendo usato moltissimo (è il record assoluto) nei primissimi anni di sviluppo del termine, questo venne progressivamente abbandonato, assestandosi su un utilizzo molto basso negli ultimi anni. 
Infine, il termine in tedesco è usato con una frequenza media che è pari al 27% circa di quella della traduzione francese. Inoltre, pur essendo stato presente in letteratura ad inizio Ottocento, si nota un utilizzo più massiccio solo a partire dalla fine del secolo, con il picco che venne raggiunto attorno al 1925.

 

  XXIII STEP: LA NORMATIVA

Archipendolo: Regole


Come si è più volte sottolineato nei precedenti post, la costruzione dell'archipendolo non è affatto un procedimento articolato e complesso, per cui ognuno può fabbricarsi il proprio strumento personale.
Tuttavia, proprio in virtù di ciò, non esiste una normativa rigorosa al riguardo. 

Quel che è certo, è che nei manoscritti e nei trattati dell'Età Antica e del Medioevo (si pensi, ad esempio, al già citato "De Ingeneis" del Taccola) già venivano proposte tecniche id fabbricazione e misure dei vari componenti dello strumento. 
In particolare, si è scoperto che molti archipendoli utilizzati principalmente per verificare l'orizzontalità di un piano (di grandezza, quindi, ridotta, rispetto a quelli sfruttati per segnare i confini di una proprietà) erano prodotti con proporzioni standardizzate. Infatti, la misura della base dell'archipendolo soleva essere di circa 50 cm, mentre i lati obliqui ne misuravano 35: il rapporto tra lunghezza del lato obliquo e base è di 0.7, ovvero 7:10. 
Un altro riferimento, anche se non si tratta di una vera e propria normativa rigorosa, è dato dal II volume della serie di libri scritti dall'ing. Pigozzi agli inizi del Novecento per gli studenti dell'Istituto Tecnico di Udine. (Si faccia riferimento al post sui libri).

Come già evidenziato nel post relativo ai brevetti (parte I), è molto più comune trovare schemi e documenti ufficiali relativi al peso di un filo a piombo, piuttosto che all'archipendolo.
In questa immagine è possibile osservare una tavola rappresentante le viste quotate di uno di questi pesetti (per altre tavole si faccia riferimento al post sui brevetti, parte II).





domenica 13 dicembre 2020


  XXII STEP: UN MANUALE D'USO

Archipendolo: Istruzioni




Come per tutti gli strumenti, anche per l'archipendolo è possibile raccogliere le principali modalità d'impiego in un manuale che illustri le varie fasi del suo utilizzo.

In generale, i due utilizzi principali dell'archipendolo sono i seguenti:

1) Verifica dell'orizzontalità di un piano;
2) Segnatura delle linee di confine di una proprietà.

L'interesse dei due usi selezionati è dato dal parallelismo storico: il primo è quello classico, motivo per cui nasce come strumento; il secondo, invece, è riferito all'ambito di maggior impiego dell'archipendolo in età moderna. Per la facilità di costruzione e di utilizzo, infatti, molti contadini si affidano a questo strumento per segnare i confini dei propri campi.

1. Verifica dell'orizzontalità di un piano

Come accennato già in altri post, l'unica difficoltà di utilizzo dell'archipendolo risiede nella taratura: è importante, infatti, segnare bene sulla traversa le tacche rappresentanti l'angolo di scostamento del filo a piombo dalla posizione di equilibrio (che si stabilisce a partire dal posizionamento dell'archipendolo su un piano di cui si conosce con certezza l'orizzontalità). Per semplici nozioni di geometria elementare, infatti, tale angolo è esattamente pari all'angolo di inclinazione del piano considerato, quando su di esso viene posto lo strumento. 
In sostanza, tutto ciò che si deve fare per posizionare orizzontalmente un piano, è inclinarlo finché il filo a piombo dell'archipendolo posto su di esso non si allineai esattamente alla tacca centrale della traversa. 



2. Segnatura delle linee di confine


Per segnare i confini di una proprietà, basta costruire un archipendolo molto grande, con supporti piuttosto lunghi (anche 1.5 metri) e procurarsi un filo a piombo proporzionale alle dimensioni dell'archipendolo.
Quando si deve tracciare una linea sul terreno per piantare un paletto di confine, si posiziona una "gamba" dell'archipendolo in prossimità del paletto, e si fa con essa da perno, muovendo l'altra, finché non si raggiunge la posizione di equilibrio del filo a piombo rispetto allo strumento. 
Non appena questa viene raggiunta e il filo smette di oscillare, si segna la posizione del secondo "piede" dell'archipendolo, in modo da piantare il palo in un secondo momento; contestualmente, si fa da perno con la "gamba" che prima era stata spostata, e si ripete l'operazione appena descritta con il sostegno che prima era fermo.
Quest'operazione si ripete per tutta la lunghezza del confine da tracciare.




NOTA:
Cercando su internet come si sfrutta il principio di funzionamento dell'archipendolo, tra i vari video sul filo a piombo, il primo inerente l'archipendolo che compare nella pagina di YouTube è il seguente (è linkato il momento in cui si mostra come tracciare una linea di confine): https://youtu.be/gjE-6B13hkQ?t=122.

    XXVIII STEP: LA SINTESI FINALE Archipendolo: Riepilogo finale Siamo giunti alla fine del nostro viaggio alla scoperta dell'archipend...